SU E ZO PER IL VENETO: TAPPA AD ESTE!
Su e Zo per i Ponti | Autore: Lo staff della Su e Zo

Ritornano gli appuntamenti itineranti “Su e Zo per il Veneto” riservati ai Volontari TGS Eurogroup: un modo per riconoscere e valorizzare l’imprescindibile ruolo del servizio volontario che sta alla base della manifestazione, ma anche un modo per promuovere il turismo di prossimità e per riscoprire il territorio locale della nostra Regione Veneto. La “Su e Zo per il Veneto” ogni anno, dal 2020, ci porta a scoprire le città capoluogo di provincia della nostra regione e alcune località minori del nostro territorio.

Quest’anno la prima data prevista per la Su e Zo per il Veneto coincideva con l’Incontro di Formazione Volontari TGS Eurogroup svoltosi ad Este, in provincia di Padova, svoltosi presso Villa Ca’ Pesaro, sede del Collegio Salesiano Manfredini, lo scorso fine settimana sabato 4 e domenica 5 Maggio 2024.

Lo speciale itinerario “Este by night” organizzato sabato sera da una rappresentanza del Consiglio Direttivo TGS Eurogroup come parte integrante del percorso di formazione per i  Volontari dell’associazione è partito dal Duomo di Santa Tecla con la guida del parroco don Franco e in compagnia del direttore del CFP Manfredini don Paolo, per proseguire poi con Bruna lungo le mura del castello carrarese alla scoperta del centro storico della cittadina. Nel pomeriggio di domenica, al termine dell’incontro di formazione, alcuni membri del Consiglio Direttivo si sono trattenuti per visitare il castello carrarese di Este e, al suo interno, il Museo Nazionale Atestino.

A margine della tappa di Este della “Su e Zo per il Veneto” la nostra Volontaria Alessandra, membro del Consiglio Direttivo della associazione, ha condiviso alcune riflessioni sull’esperienza. Di seguito riportiamo il testo completo del suo intervento. Buona lettura!

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Il valore di una visita guidata

La recente visita guidata ad Este in occasione del fine settimana di formazione leader TGS Eurogroup nonché, più in generale, la partecipazione ai Detour collegati alla Su e Zo per i Ponti, ci mette nelle condizioni di verificare quanto l’interesse dei singoli per l’ampliamento delle proprie conoscenze relativamente al patrimonio culturale rappresenti un motivo di positiva aggregazione.

Partecipare ad una visita significa essere disponibili ad uno spostamento fisico per raggiungere una località, un monumento, un museo ed apprenderne le specifiche storiche e culturali, nonché valutarne il valore all’interno di una esperienza esaustiva dal punto di vista monumentale, culturale, paesaggistico e naturalistico – talvolta anche gastronomico.

Una visita può essere organizzata dal singolo che, da solo o in compagnia, decide di visitare un luogo e, nel caso, approfondisce con anticipo ed in autonomia le tematiche specifiche della meta. In alternativa, un singolo sceglie la destinazione in considerazione delle proprie inclinazioni, sapendo che in quel museo/località, troverà esempi di materie di proprio interesse. Non mancano occasioni in cui il visitatore segue un itinerario suggerito da lavagne esplicative poste lungo il percorso e si supporta con nozioni ottenute dalla consultazione di siti internet mediante l’utilizzo dello smartphone in loco.

Sicuramente più strutturato, è il ricorso ad una guida autorizzata. Quando questa è la scelta, il visitatore si affida ad “un terzo” che identifica quale mediatore del patrimonio culturale – ovvero chiede ad una persona “altra da sé” di fornire nozioni che questi stesso ha approfondito e che seleziona per un pubblico specifico. La guida traduce la meta o l’opera, oggetto di visita, in parole nel corso di uno scambio proattivo e continuo. Al visitatore è richiesto un atteggiamento attivo per integrare il proprio sapere con il significato di ciò che sta vedendo.

C’è di più. Partecipare ad una visita guidata ci espone a conoscenze che ampliano i nostri orizzonti ed al contempo “crea rete” non solo con il territorio. Una visita rappresenta un momento di aggregazione, tanto più se è previsto il trasferimento di persone attraverso un mezzo di trasporto comune – ad esempio pullman, treno od aereo. Singoli o piccoli gruppi di persone hanno la possibilità di conoscersi, interagire e condividere luoghi e conoscenze prima e dopo la fruizione della visita. Lo stesso, seppur con una intensità differente, vale per quei gruppi che si costituiscono “a destinazione”, con partecipanti che raggiungono la meta con mezzi propri. Certamente, in questo caso, i tempi dedicati al dialogo ed alla conoscenza reciproca sono più ridotti, ma coerentemente con la disponibilità all’apertura dei singoli, è probabile che i partecipanti si confrontino su precedenti visite, soprattutto nei momenti in cui la guida li accompagna da una attrazione all’altra.

In genere, una visita guidata raccoglie un numero variabile di partecipanti accumunati dal desiderio di partecipare a “quello specifico approfondimento”, quindi persone naturalmente caratterizzate da una sensibilità verso una determinata e comune tematica. Avere degli interessi in comune, pur senza conoscersi, agevola lo scambio, la socializzazione ed il dialogo; in senso lato fa percepire l’altro meno diverso da sé.

A cascata, la visita è occasione di socializzazione anche per la guida in quanto, con la giusta sensibilità e le giuste domande, può ricevere feedback preziosi sulle tematiche cui il gruppo è interessato e, contemporaneamente, ricevere input in merito a realtà ed esperienze fruibili sul territorio e con cui costruire dei collegamenti.

Ancora, una visita guidata permette di estendere le proprie conoscenze attraverso l’esposizione a nozioni che possiamo acquisire con maggior semplicità visto che applichiamo informazioni teoriche ad un contesto pratico, ad una immagine concreta, ad una sensazione provata nel corso della visita, alle emozioni (sia positive sia negative) vissute lungo il percorso.

Con le dovute proporzioni, ampliare le conoscenze del singolo diminuisce la distanza dal patrimonio culturale e, come conseguenza prima, aumenta il grado di coinvolgimento ed il senso di rispetto verso il patrimonio stesso.

Prima di congedarci, un’ultima osservazione sull’innata volontà di ampliare le conoscenze o comunque di dare risposta alla curiosità che ci caratterizza in quanto esseri umani. L’abbiamo sperimentato durante il periodo del Covid. In quel contesto, numerose realtà hanno reso disponibili visite virtuali a siti culturali, anche esteri, sfruttando le uniche modalità di visita a disposizione: la fruizione da remoto con il supporto della tecnologia. Ampliamente apprezzate al tempo, le visite virtuali hanno lasciato il passo, appena possibile, alle visite fisiche dove, a parità di esposizione culturale e nonostante la comodità della fruizione virtuali (nel momento della giornata più opportuno, nel luogo più comodo della casa e pur senza l’imprevedibilità del meteo), il singolo ha preferito tornare ad un’esperienza che lo porti fisicamente nello spazio e nel tempo della visita e in un contesto di relazione e scambio concreto con il prossimo.

Alessandra, Volontaria TGS Eurogroup


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lo Staff Su e Zo per il Veneto

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