MUSEO VIRTUALE DEI PORTI DI VENEZIA E CHIOGGIA: LE ROTTE DI IERI
Su e Zo per i Ponti | Autore: Lo staff della Su e Zo

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, partner storico della passeggiata di solidarietà “Su e Zo per i Ponti di Venezia”, da quest’anno sostiene anche gli itinerari “Su e Zo Detour – le visite guidate della Su e Zo per i Ponti”, un’iniziativa che invita a esplorare i lati meno noti e affascinanti della città-porto uscendo dalle rotte turistiche tradizionali, in collaborazione con la Cooperativa Guide Turistiche Autorizzate di Venezia.
Gli itinerari virtuali dell’applicazione multimediale del Museo Virtuale dei porti di Venezia e Chioggia, con il loro percorso tematico dedicato a “Le rotte di ieri”, integrano gli approfondimenti proposti da TGS Eurogroup e dal Servizio Comunicazione turistica della Città Venezia, che quest’anno hanno voluto dedicare l’Itinerario Culturale della Su e Zo per i Ponti a “La Venezia di Marco Polo: sulle tracce del più celebre viaggiatore della Serenissima”.
Dopo le visite guidate di settembre e ottobre, il terzo e ultimo appuntamento con i Su e Zo Detour sarà domenica 24 novembre 2024: per informazioni e iscrizioni visitare la pagina dedicata “Su e Zo Detour – le visite guidate della Su e Zo per i Ponti”.
A tutti i partecipanti ai Su e Zo Detour 2024 l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale offrirà un simpatico gadget, con l’invito scaricare gratuitamente l’applicazione multimediale “Museo Virtuale dei Porti di Venezia e Chioggia” negli store Google Play e App Store ai seguenti link:

Dopo aver presentato l’app Museo Virtuale dei Porti di Venezia e Chioggia (vedi precedente articolo: “Su e Zo Detour per il Museo Virtuale dei porti di Venezia e Chioggia”), scopriamo oggi e nei prossimi giorni alcuni suoi contenuti in esclusiva, per gentile concessione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale.
Cominciamo oggi con la presentazione della sezione “Le rotte di ieri”, percorso tematico dedicato ai grandi viaggiatori veneziani…


Le rotte di ieri

La Repubblica di Venezia, alla fine del Medioevo, fu l’incubatrice della grande stagione delle scoperte geografiche, protagonista di fatto perfino della scoperta delle Americhe.

Nella Biblioteca Nazionale Marciana, nel Palazzo del Sansovino che fronteggia il Palazzo Ducale, è conservato un documento eccezionale che è testimonianza di quest’epoca di naviganti, cartografi ed esploratori: la mappa del mondo di Fra Mauro.

Si tratta di un capolavoro cartografico eseguito intorno al 1450, una rappresentazione estremamente accurata e dettagliata del mondo conosciuto all’epoca.

Una mappa, orientata “sottosopra” rispetto alla convenzione moderna, con il sud in alto e il nord in basso, che anticipa la circumnavigazione dell’Africa più di 30 anni prima del famoso viaggio di Bartolomeo Diaz.

Il mappamondo di Fra Mauro è definito un “miracolo di Venezia”, un documento reso possibile dal fermento commerciale e culturale della città-porto ieri come oggi, snodo fondamentale tra l’Europa e l’Oriente.

Solo nel porto commerciale più importante d’Europa infatti era possibile, per cartografi come Fra Mauro, avere accesso a mappe e informazioni parziali provenienti da ogni angolo del mondo allora conosciuto.

Fra Mauro risiedeva nel monastero camaldolese di San Michele, nell’isola dove oggi si trova il cimitero, e all’epoca lì vi era il centro della cosiddetta scuola di cartografia veneziana.

Molti protagonisti di questa rivoluzione geografica li ritroviamo a Santo Stefano, tra i busti del Panteon Veneto dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Oltre a Fra Mauro, qui troviamo infatti il busto di Marco Polo, primo europeo a descrivere le terre dell’Asia. E ancora i busti di Giovanni e Sebastiano Caboto, esploratori della costa atlantica dell’odierno Canada, che nel 1498 saranno i primi europei dopo i vichinghi a raggiungere il continente americano.

La memoria di questi uomini eccezionali è disseminata in tutta la città: dalla corte del Milione a Cannaregio, l’antica ubicazione delle case di Marco Polo; a Ca’ Da Mosto, il palazzo più antico che si affacci sul Canal Grande, casa di Alvise Da Mosto, scopritore delle isole Capo Verde nel 1456 e ancora, fondamenta Zen, con il palazzo abitato da quei fratelli che si spinsero, a fine Trecento, tra i mari del nord e a cui è stata attribuita la scoperta del Labrador.

Nel sestiere di Castello, poi, all’inizio di Via Garibaldi, si trova una targa che commemora l’antica casa di Giovanni e Sebastiano Caboto. Mentre alla Biblioteca Nazionale Marciana sono conservate sia le memorie di Piero Querini, naufragato nel 1431 alle Isole Lofoten, in Norvegia, oltre il Circolo Polare Artico, che  le prime edizioni del celebre “Delle Navigazioni et viaggi”, di Giovan Battista Ramusio, best seller dell’epoca che permise agli europei di conoscere il Nuovo mondo.

Un altro gioiello di questa collezione sono i globi dell’abate Coronelli, cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia e fondatore dell’Accademia degli Argonauti, la prima società geografica del mondo.

Anche Chioggia partecipa a questa grande stagione di esplorazioni con Niccolò de’ Conti che, nel Quattrocento, esplorerà l’India e il Sud-Est asiatico.

La Repubblica di Venezia ha svolto un ruolo centrale nella stagione delle scoperte geografiche, grazie alla sua posizione strategica e al suo fervore commerciale e culturale attraendo mercanti, navigatori, esploratori e studiosi da tutto il mondo, creando un ambiente fertile per lo scambio di conoscenze e idee.

I porti veneziani hanno svolto un ruolo cruciale nel collegare la città al resto del mondo mantenendo la loro importanza, ieri come oggi, come centro di scambio internazionale.

[fonte: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale]

Lo Staff della Su e Zo

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