Itinerario culturale “Su e Zo per i Ponti” 2022
I tesori di Venezia: viaggio nei luoghi dei santi protettori
a cura del Servizio Turismo Sostenibile della Città di Venezia
Introduzione – Mappa – Punti di interesse
Venezia non finisce mai di stupire. Forse non tutti sanno che le chiese di Venezia sono oltre un centinaio, e diversi sono i santi che vegliano sulla città, nei secoli invocati dai veneziani, di cui si conservano preziose reliquie e tesori d’arte.
Proprio ottocento fa, nel 1220, San Francesco faceva ritorno dall’Oriente alla ricerca di silenzio e preghiera. Trovò tutto questo in una isoletta della laguna poco distante da Burano. Oggi la conosciamo come San Francesco del Deserto, abitata dai Frati Minori.
Ma è San Teodoro il primo protettore di Venezia, la cui statua vigila dall’alto di una delle due colonne in Piazzetta San Marco insieme a quella di San Marco Evangelista, principale patrono della Serenissima, le cui spoglie sono state avventurosamente traslate a Venezia nell’anno 828. E poi ancora San Rocco, San Pantalon, Santa Lucia, San Martino Vescovo, fino ai tempi più recenti di Papa Luciani, già Patriarca di Venezia, per il quale è in corso il processo di canonizzazione. La sua stola papale è conservata nella sacrestia della Basilica della Salute, dove da più di tre secoli, ogni 21 novembre, si rinnova il pellegrinaggio cittadino alla Madonna della Salute.
Ecco dunque un itinerario che ci riporta indietro nel tempo, in luoghi a volte poco conosciuti, attraverso i sestieri della città antica – ma che si spinge fino in laguna. Un viaggio di chiesa in chiesa, dalle più famose a quelle più dimenticate. Il convento dell’isola di San Francesco del Deserto, la Basilica di San Marco, la Basilica dei Frari e la Basilica della Madonna della Salute. La chiesa di San Rocco, di San Francesco della Vigna e di San Pantalon. E poi le Scuole Grandi, San Teodoro, San Marco e San Rocco. Ma anche il santuario di Lucia, martire siracusana. Tutti luoghi che hanno molto da disvelare e altrettanto da raccontare.
Scopri tutti gli itinerari di #Detourism per esplorare una Venezia diversa, promossi dalla campagna di sensibilizzazione #EnjoyRespectVenezia della Città di Venezia. Adotta comportamenti consapevoli e rispettosi del patrimonio culturale e naturale di Venezia e della sua laguna, sito tutelato dall’UNESCO.
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Mappa
Introduzione – Mappa – Punti di interesse
Punti di interesse
Introduzione – Mappa – Punti di interesse
ISOLA DI SAN FRANCESCO DEL DESERTO
San Francesco del Deserto è una piccola isola abitata dai frati minori, uno degli ultimi eremi lagunari, dove regnano pace e silenzio. Quest’anno, l’isola festeggia i suoi 800 anni di storia. Secondo la tradizione, infatti, nella primavera del 1220, il convento ospitò San Francesco di Assisi, di ritorno dalla Terra Santa.
Frate Francesco, tornato con una nave veneziana, probabilmente giunge a Torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. Ma Francesco cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli; lo racconta il suo biografo san Bonaventura da Bagnoregio. Nel 1233 (appena cinque anni dopo la canonizzazione di frate Francesco d’Assisi), Jacopo Michiel – di famiglia dogale – dona l’isola ai frati minori, affermando che su di essa è già stata edificata una chiesetta dedicata a san Francesco. Il nome del luogo risale al Quattrocento, quando l’isola di san Francesco per alcuni anni rimase abbandonata – deserta – a causa della insalubrità della laguna. Oggi l’isola è aperta ai visitatori in cerca di tranquillità, che desiderano ristorarsi passeggiando nel parco, visitare la chiesa e il chiostro.
Indirizzo: Isola di San Francesco del Deserto – Burano (VE).
Telefono: 041 5286863
Sito web: www.sanfrancescodeldeserto.it
Ingresso: La visita è guidata da un francescano. Offerta libera.
CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO DELLA VIGNA
La Chiesa e il Convento di San Francesco della Vigna si trovano nell’omonimo Campo di San Francesco della Vigna. Fu Marco Ziani, patrizio veneto, che nel 1253 lasciò ai Frati Minori la propria vigna con le case e la chiesetta. Fino alla metà del Trecento, chiesa e convento erano dedicati a San Marco; poi assunsero il titolo di San Francesco.
Demolita nella prima metà del Cinquecento la trecentesca chiesa gotica, la chiesa di San Francesco della Vigna venne ricostruita con vera magnificenza. Molte famiglie patrizie la scelsero come sepoltura e la arricchirono di capolavori d’arte e vi costruirono artistici altari. L’ampliamento prende il via nel 1534 ad opera di Jacopo Sansovino. Poi, tra il 1564 e il 1570, Andrea Palladio dà vita all’imponente facciata che fa di questa chiesa una delle opere rinascimentali più belle della città di Venezia.
Al primitivo conventino, consistente in un semplice chiostro accanto alla chiesa, si unì il grandioso convento quattrocentesco formato da tre grandi chiostri.
Dal 1989 il convento di San francesco della Vigna è sede dell’Istituto di Studi Ecumenici.
La biblioteca del convento, le cui origini risalgono al XIII secolo, è ora biblioteca provinciale e di supporto all’Istituto di Studi Ecumenici. L’attuale patrimonio librario consiste di un fondo antico composto di circa 30.000 volumi e di un fondo moderno di circa 80.000 opere.
Indirizzo: Campo San Francesco, Castello 2786 – Venezia
Telefono: +39 041 5235341
Sito web: www.bibliotecasanfrancescodellavigna.it
La chiesa è tra le più antiche di Venezia, posizionata quasi di fronte all’Arsenale. Ancora oggi non si conosce con precisione in quale epoca venne fondata. Secondo la tradizione, sembra che la sua origine risalga ai secoli VI e VII, prima del trasferimento del governo veneziano da Malamocco a Rialto nell’anno 810. È poi nel corso del Medio Evo che la devozione al Santo Patrono, di cui la chiesa possedeva alcune reliquie, fra cui un pezzo di tunica, una falange e una tibia, si diffonde rapidamente e ne viene affidata la cura e lo sviluppo alla Scuola di San Martino, con apposita Mariegola del marzo del 1355. La tibia del Santo venne poi ceduta alla Scuola di San Giovanni Evangelista, in cambio di una somma per il restauro della chiesa, con l’obbligo però di riportare in processione ogni 11 novembre la reliquia dalla Scuola di San Giovanni alla chiesa di San Martino. Alla fine del XV secolo un incendio danneggiò in modo irreparabile la chiesa, per la quale si dovette pensare a una nuova costruzione. La fabbrica odierna fu iniziata verso la metà del Cinquecento, su progetto di Jacopo Sansovino. È dell’Ottocento l’acquisizione del pregevole altare, opera di Tullio Lombardo, imitazione di quello costruito per la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, sistemato nella parete laterale sinistra. Numerosi e di gran fama gli artisti che lavorarono all’interno della chiesa, tra gli altri, Jacopo Palma il giovane.
Curiosità: scolpiti sul pavimento della chiesa di San Martino, un po’ prima del coro, si notano gli utensili usati dagli operai dell’Arsenale, detti Arsenalotti. Erano carpentieri, calafati, segatori, manovali e apprendisti che lavoravano al servizio della potenza navale della Serenissima.
A fianco della chiesa, si trova l’Oratorio della Scuola di San Martino, sulla cui porta è presente un bassorilievo quattrocentesco che raffigura il santo nell’atto di donare il mantello a un povero.
Indirizzo: Campo San Martino Vescovo, Castello 2298 – Venezia
Telefono: +39 041 5230487- 349 8098430
Sito web: www.sanmartinovescovo.it
La Scuola Grande di San Marco si trova in prossimità della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. È la più imponente delle scuole veneziane. Nel 1485 un rovinoso incendio la distrusse interamente e per la ricostruzione venne assunto come architetto Pietro Lombardo (poi sostituito da Mauro Codussi), mentre a Gentile e Giovanni Bellini fu affidato il rivestimento scultoreo della facciata. Oltre allo splendido portale monumentale, della vecchia facciata si sono salvate dall’incendio due significative sculture: “San Marco con i membri della Confraternita” di Bartolomeo Bon e la “Carità” attribuita a Nicolò di Pietro Lamberti.
Il saccheggio napoleonico e il dominio austriaco, a seguito della caduta della Repubblica nel 1797, infersero un duro colpo all’integrità del ciclo pittorico realizzato nella Scuola dopo la sua ricostruzione. Oggi la Scuola è, comunque, impreziosita da un dipinto di Palma il Giovane “Cristo in gloria con San Marco, Pietro e Paolo“, realizzato nel 1614 quale pala d’altare della Sala Capitolare, ove ancora si trova; da quattro dipinti che raffigurano scene della leggenda di San Marco realizzati da Domenico Tintoretto; da due enormi dipinti murali posti nella parete destra della Sala Capitolare, la “Crocifissione” di Alvise Donato e “Le nozze di Cana” del Padovanino.
Curiosità: la Biblioteca Medica collocata nella Sala Capitolare ha un’origine antichissima e il suo patrimonio librario comprende scritti di Ippocrate, Plinio, Falloppio, Ludovico Ariosto.
Indirizzo: Castello 6777 – Venezia
Telefono: +39 041 5294323 – 041 5295757
Sito web: www.scuolagrandesanmarco.it
Le spoglie di Santa Lucia, nata intorno al 283 a Siracusa, sono custodite da oltre 800 anni a Venezia. Secondo la tradizione, la salma della Santa venne presa a Costantinopoli dal doge veneziano Enrico Dandolo nel 1204. Il corpo della martire, dopo essere stato inizialmente collocato nella chiesa di San Giorgio Maggiore, poi nella chiesa di Santa Maria Annunziata e infine in una nuova chiesa, consacrata nel 1313, si trova ora nel Santuario a lei dedicato, non lontano dalla stazione dei treni Venezia Santa Lucia. Era qui infatti che fino a metà Ottocento sorgeva la chiesa intitolata alla santa, poi abbattuta per far posto ai binari. Esiste un quadro di Francesco Guardi che ci mostra come si presentava la chiesa prima della sua demolizione. Ancora oggi nel piazzale della stazione è visibile una lapide, incastonata nella pavimentazione, che ricorda il punto esatto in cui si trovava la chiesa ormai scomparsa. La fondazione della chiesa che oggi è il Santuario di Lucia andrebbe fatta risalire all’VIII secolo. La fabbrica medievale fu demolita a metà Settecento e ricostruita; la pianta è a croce greca, e il prospetto sul Canal Grande corrisponde alla cappella di Santa Lucia. All’esterno vi campeggia l’iscrizione: “Lucia Vergine di Siracusa in questo tempio riposa. All’Italia e al Mondo ispiri luce e pace”. La cappella di Santa Lucia fu costruita nel 1863, con i marmi provenienti dalla chiesa demolita. Con la traslazione delle reliquie, la chiesa intitolata a San Geremia fin dal Mille acquistò anche il titolo di Lucia. Nel 1955, fu realizzata una maschera in argento per ricoprire il volto della martire, lasciandone scoperta una piccola parte dietro l’orecchio sinistro.
Indirizzo: Campo San Geremia, Cannaregio 334 – Venezia
E-mail: info@santuariodilucia.it
Sito web: www.santuariodilucia.it
La Basilica dei Frari – dopo la Basilica di San Marco – è uno dei più incantevoli complessi religiosi di Venezia e uno dei più significativi luoghi francescani d’Italia. Come testimoniano le numerose raffigurazioni pittoriche e scultoree di San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova, questa chiesa è custodita sin dalla sua fondazione dai frati francescani – da cui il nome Frari – giunti a Venezia poco dopo il 1220. Attorno all’anno 1231, ai frati vennero donati dei terreni su cui costruirono una chiesetta e un piccolo convento. Risultando ben presto inadeguato il primo edificio, il 28 aprile 1250 fu posta la prima pietra di una seconda chiesa, dedicandola a Santa Maria Gloriosa. Verso il 1330, i frati iniziarono la costruzione di una terza chiesa più ampia: l’attuale Basilica che venne consacrata nel 1492. Nel corso dei secoli la Basilica è diventata un incredibile scrigno di opere d’arte, uniche per importanza e valore, attraverso le quali è possibile compiere un viaggio nella storia dell’arte e della devozione dal XIII al XX secolo. Almeno tre le opere pittoriche da vedere assolutamente: la grandiosa pala dell’Assunta di Tiziano, del 1518, che il Canova definiva “il più bel quadro del mondo”; la Madonna di Ca’ Pesaro, un vero capolavoro, dipinta dallo stesso Tiziano tra il 1519 e il 1526; infine, nella sacrestia, l’incantevole Trittico (1488) di Giovanni Bellini.
Indirizzo: San Polo 3072 – Venezia
Telefono: +39 041 2728618 – 041 2728611
Sito web: www.basilicadeifrari.it
Campo San Rocco prende il nome dalla chiesa e dalla vicina Scuola Grande di San Rocco. In questa chiesa è custodito sin dal 3 marzo 1490 il corpo del santo, compatrono di Venezia. Una particolare venerazione popolare lega San Rocco ai veneziani, che a lui si sono rivolti nei secoli soprattutto per chiedere aiuto contro le pestilenze da cui erano colpiti. Dopo la peste del 1576 la festa del compatrono di Venezia diventò una delle ricorrenze più importanti della città. Alla Chiesa di San Rocco, con un sontuoso corteo acqueo, giungeva il Doge che, dopo la messa solenne, si recava a visitare i tesori della Scuola Grande di San Rocco, fondata nel 1478 da una Confraternita di laici.
Ancora oggi, nel giorno di San Rocco, il 16 agosto di ogni anno, nel campo viene eretta una struttura in legno coperta a baldacchino a congiungere i portali d’ingresso della chiesa e della scuola con l’accesso principale del campo.
Quella di San Rocco è l’unica chiesa confraternale veneziana pensata anche come sacrario del proprio santo titolare. Il corpo di San Rocco, conservato nell’altar maggiore, fin dal suo trasferimento a Venezia nel 1485 è meta incessante di pellegrinaggi. Una prima chiesa, poi abbandonata, doveva essere stata costruita già nel 1485. La nuova chiesa, impostata nel 1489, è stata profondamente trasformata nel corso dei secoli.
L’altare cinquecentesco che conserva la reliquia del corpo di San Rocco è il punto centrale della cappella dove è collocato, insieme agli affreschi della cupola e dell’abside (iniziati nel 1528) e i teleri sulle pareti affidati a Jacopo Tintoretto nel 1549.
La chiesa venne quasi interamente demolita e ricostruita dall’architetto Giovanni Scalfarotto tra il 1726 e il 1733. Fu mantenuto il presbiterio quattrocentesco, vennero rimossi e poi ricollocati tutti i quadri, vennero staccati con una tecnica innovativa alcuni affreschi e tutti gli altari preesistenti vennero demoliti e ricostruiti.
Indirizzo: San Polo 3052 – Venezia
Telefono: +39 041 5234864
Sito web: www.scuolagrandesanrocco.org
A Venezia, nella seconda metà del Duecento, nacquero numerose confraternite, dette Scuole, composte da laici che si riunivano nel nome di un santo patrono con finalità di culto e di mutuo soccorso. All’inizio del Quattrocento esistevano vari tipi di Scuole veneziane: quelle di arti e mestieri, che tutelavano gli interessi delle diverse categorie di lavoratori; quelle di nazionalità, che raggruppavano i membri delle singole comunità straniere presenti in città; quelle di devozione, con specifiche connotazioni religiose, tra cui quelle dei Battuti, che praticavano l’autoflagellazione pubblica come atto di penitenza. Le Scuole dei Battuti assunsero un ruolo dominante e divennero le Scuole Grandi, mentre tutte le altre andarono a formare un ampio gruppo di Scuole piccole.
Tra le sei Scuole Grandi presenti nel Cinquecento in città, rientra quella di San Rocco, la più ricca confraternita veneziana, nata nel 1478. Alla fine del secolo eresse presso i Frari la sua prima sede indipendente: il piccolo edificio posto a destra della chiesa, oggi noto come Scoletta, e, appunto, la chiesa intitolata al patrono, per conservarvi degnamente il corpo. È l’unica delle antiche Scuole Grandi a essere sopravvissuta alla caduta della Repubblica. Tutte le altre, infatti, furono soppresse per decreto napoleonico nel 1806. Alla Scuola Grande di San Rocco è legato indissolubilmente il nome di Tintoretto, che qui lavorò per più di vent’anni (dal 1564 al 1588 circa). Già si era affermato come grande artista con numerose opere, tra cui lo straordinario san Rocco risana gli appestati per il presbiterio dell’adiacente Chiesa dedicata al santo. Ma è proprio l’unitarietà fra i suoi memorabili teleri – oltre sessanta con episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento – e la Scuola Grande di san Rocco a rendere ancor più straordinari questi capolavori.
Indirizzo: San Polo 3052 – Venezia
Telefono: +39 041 5234864
Sito web: www.scuolagrandesanrocco.org/home/
San Pantaleone, patrono delle ostetriche e compatrono dei medici con i celebri Cosma e Damiano, fa parte del gruppo dei santi anàrgiri – termine d’origine greca che letteralmente significa “senza denaro”- così chiamati per aver esercitato la professione medica senza chiedere compenso. La venerazione verso Pantaleone si diffuse rapidamente dopo il suo martirio, avvenuto il 27 luglio 305 a Nicomedia, l’odierna Izmit in Turchia. Diverse città vantano di possedere parte delle sue reliquie e tra queste vi è Venezia, dove il martire di Nicomedia ha goduto fin dall’epoca medievale di grande devozione. Ancora oggi è conservato un suo braccio nella chiesa di San Pantalòn, come i veneziani chiamano il santo. Una volta entrati all’interno della chiesa, non appena si volge lo sguardo in direzione del soffitto, quello che appare come un affresco ben riuscito è in realtà un dipinto eseguito a olio su tela (40 tele unite fra loro). Il martirio di San Pantaleone è un’opera di sorprendente abilità che, con i suoi 443 metri quadrati, è considerata la più grande al mondo. Il dipinto presenta il Martirio e la Gloria di San Pantaleone, opera del maestro veneziano Giovanni Antonio Fumiani, pittore specializzato nella realizzazione di scenografie teatrali, che la realizzò tra il 1680 e il 1704. L’opera ripercorre i momenti della condanna a morte di san Pantaleone da parte dell’imperatore Galerio Massimiano.
Se a prima vista dall’esterno l’edificio si presenta anonimo a causa della facciata incompiuta, all’interno è uno splendore la ricchezza di decori policromi che invade l’unica navata e le sei piccole cappelle laterali e che culmina nell’altare maggiore seicentesco di ispirazione palladiana, opera dell’architetto Giuseppe Sardi. Nella chiesa sono custodite oltre 80 pregevoli opere, di Paolo Veneziano, Antonio Vivarini, Padovanino, e altri.
Indirizzo: Dorsoduro 3703 – Venezia
Telefono: +39 041 2728611
Sito web: www.sanpantalon.it
Da più di trecento anni la cupola della Basilica della Salute, una delle più belle espressioni dell’architettura barocca veneziana, domina lo scenario del bacino di San Marco. La decisione di erigere un tempio dedicato alla Vergine fu decretata dal Senato della Serenissima il 22 Ottobre 1630, in segno di ringraziamento per la liberazione della città dalla peste, come era avvenuto in precedenza per la chiesa del Redentore. Tra gli undici modelli presentati, fu scelto quello di Baldassare Longhena, già autore dei progetti di Ca’ Pesaro e di Ca’ Rezzonico. La prima pietra della fabbrica venne posta il primo aprile 1631 e cinquant’anni più tardi, il 9 novembre 1687, essa venne solennemente consacrata. Vasto e luminoso, l’interno è costituito dall’ampio vano della cupola centrale, sotto la quale si aprono le sei cappelle laterali, e dalla cosiddetta rotonda minore che funge da vero e proprio santuario. É qui che dal 21 novembre del 1670 si trova la preziosa icona greco-bizantina della Madonna della Salute, la Mesopanditissa, proveniente dall’isola di Candia.
Ogni anno, il 21 novembre, la città celebra la festa della Madonna della Salute e si rinnova il pellegrinaggio alla Basilica, grazie al tradizionale ponte votivo, allestito in occasione della ricorrenza, che consente ai fedeli di attraversare il Canal Grande a piedi. In migliaia salgono l’imponente gradinata per entrare nella Basilica e accendere un cero votivo alla Vergine.
All’interno della Basilica si possono ammirare bellissime opere di diversi artisti, tra gli altri, di Luca Giordano e Jacopo Palma il Giovane oltre a sculture di Gian Maria Morlaiter e rilievi di Bartolomeo Bon e Tullio Lombardo. Vero e proprio scrigno di tesori è la sacrestia maggiore che custodisce dodici opere del Tiziano, un Tintoretto e una ricca serie di opere di grande bellezza anche se di autori minori.
Indirizzo: Dorsoduro, 1 – Venezia
Telefono: +39 041 2743928
Sito web: basilicasalutevenezia.it
È la sede della più antica confraternita veneziana, costituita verso l’VIII secolo in segno di devozione al primo Santo protettore della città di Venezia. La Scuola Grande di san Teodoro appartiene al gruppo delle sei Scuole Grandi di Venezia. È intitolata a san Teodoro, che fu patrono della città prima della venuta delle reliquie di san Marco. Nell’828, la Serenissima, per distaccarsi dalla sfera d’influenza bizantina, a san Teodoro sostituì san Marco, il cui corpo era stato in quell’anno traslato a Venezia da Alessandria d’Egitto. La confraternita veniva così sciolta. Risale all’anno 1258 la ricostituzione del sodalizio, quando la Confraternita trovò ospitalità presso i padri Agostiniani, nella chiesa di san Salvador, i quali concessero agli iscritti un luogo in cui svolgere le loro azioni caritatevoli. Le fonti attestano che nel 1261 vennero traslate a Venezia da Costantinopoli le spoglie di san Teodoro, che furono, con grande solennità, poste in un’urna sull’altare della Scuola nella chiesa di san Salvador. Ogni anno, il 9 di novembre, il santo guerriero è onorato e festeggiato ufficialmente da tutti i confratelli. La costruzione dell’attuale edificio iniziò nel 1579 e venne condotta a termine nel 1613. La facciata secentesca fu costruita su progetto dell’architetto Antonio Sardi. L’edificio è costituito da due vasti saloni e da uno scalone monumentale. Il salone al piano terra è oggi uno spazio dedicato a esposizioni d’arte, mentre il salone Capitolare accoglie, durante il giorno, convegni e conferenze; la sera, ospita concerti. Con la caduta della Serenissima Repubblica, l’istituzione vide la sua soppressione e quasi tutti i magnifici arredi d’argento fusi per ordine del governo napoleonico. A testimonianza di tanto splendore rimane la preziosa croce astile d’argento e cristallo di rocca (XV secolo) che oggi si trova presso le Gallerie dell’Accademia e pochi altri oggetti. Dipinti, sculture, altari e arredi sono in parte perduti, dispersi o recentemente identificati in collezioni varie. Solo nel 1960, la Scuola di san Teodoro ha potuto essere ricostituita, componendosi, come in origine, principalmente di commercianti, artigiani e professionisti nati o residenti a Venezia.
Indirizzo: San Marco, 4810 – Venezia
Telefono: +39 041 5287227
Sito web: www.scuolagrandesanteodoro.it
La Basilica di san Marco è il massimo monumento della città, testimonianza della grandezza di Venezia. Per circa mille anni ha svolto le funzioni di Cappella Ducale, dipendente direttamente dal Doge, e di Chiesa di Stato, affidata alla tutela dei Procuratori di San Marco, una delle più prestigiose cariche della Serenissima. Nel 1807 diventa sede del Patriarca di Venezia: per volere dello stesso Napoleone, infatti, San Marco perde la funzione originaria di cappella del Doge per diventare cattedrale cittadina.
Ogni anno, il 25 aprile, data del martirio e della morte di san Marco, Venezia festeggia il suo santo patrono. Ma l’assunzione di Marco come patrono cittadino, dopo il greco Teodoro, è un processo lungo nel tempo. Una tappa fondamentale è l’arrivo a Venezia del corpo del santo, il 31 gennaio dell’anno 828, qui traslato da Alessandria d’Egitto. Le reliquie vengono collocate in un primo tempo presso un angolo del Palazzo Ducale, in attesa della realizzazione della nuova basilica che le avrebbe ospitate. L’attuale basilica di San Marco viene consacrata nel 1094, quando il corpo di san Marco viene definitivamente deposto in un’arca marmorea collocata al centro della cripta sotto l’altare maggiore. Da allora la basilica sarà continuamente modificata, ingrandita, rivestita di marmi e mosaici, ornata di colonne e statue. Fanno tutt’oggi parte del patrimonio artistico della Basilica di san Marco e del suo Museo molti dei tesori di Bisanzio saccheggiati dai veneziani nel 1204, con la quarta crociata: un immenso bottino di ricchezze, ori, marmi e oggetti d’arte, tra cui i quattro cavalli in bronzo dorato, che provengono quasi certamente dall’ippodromo di Costantinopoli. I bronzi originali, un tempo collocati nella loggia sulla fronte della basilica, sono stati sostituiti da copie per esigenze di conservazione e sono ora visibili all’interno della basilica, negli spazi al piano superiore occupati dal Museo di san Marco.
Nelle antiche stanze tra la chiesa e il Palazzo Ducale è conservato invece il Tesoro di san Marco, quanto rimane dell’antico tesoro della Repubblica depredato dopo il 1797. Riunisce quasi trecento pezzi in oro, argento, vetro e altri materiali preziosi. Il gioiello più raffinato è da tutti considerato la Pala d’Oro, posta sull’altare maggiore della basilica, che racchiude le reliquie dell’Evangelista. Ma quando si pensa alla Basilica di san Marco, la prima immagine che viene alla mente è quella dei suoi splendidi mosaici a fondo d’oro. Le pareti, le volte e le cupole sono rivestite di mosaici che raffigurano storie tratte dalla Bibbia, figure allegoriche, vicende della vita di Cristo, della Vergine, di san Marco e di altri santi.
Indirizzo: San Marco 328 – Venezia
Telefono: +39 041 2708311
Sito web: www.basilicasanmarco.it
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Photo credits:
Daniel Eruanga/Wikimedia: Chiesa San Francesco della Vigna, Chiesa San Martino, Scuola Grande di San Marco, Santuario di Lucia, Chiesa di San Rocco, Scuola San Rocco, Basilica della Madonna della Salute, Basilica di San Marco;
Convento di San Francesco del Deserto: San Francesco del Deserto;
Parrocchia dei Frari: Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari;
Parrocchia di San Pantalon: Chiesa di san Pantalon;
Confraternita di San Teodoro: Scuola Grande di San Teodoro.
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I tesori di Venezia: viaggio nei luoghi dei santi protettori
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Introduzione – Mappa – Punti di interesse
Venezia non finisce mai di stupire. Forse non tutti sanno che le chiese di Venezia sono oltre un centinaio, e diversi sono i santi che vegliano sulla città, nei secoli invocati dai veneziani, di cui si conservano preziose reliquie e tesori d’arte.
Proprio ottocento fa, nel 1220, San Francesco faceva ritorno dall’Oriente alla ricerca di silenzio e preghiera. Trovò tutto questo in una isoletta della laguna poco distante da Burano. Oggi la conosciamo come San Francesco del Deserto, abitata dai Frati Minori.
Ma è San Teodoro il primo protettore di Venezia, la cui statua vigila dall’alto di una delle due colonne in Piazzetta San Marco insieme a quella di San Marco Evangelista, principale patrono della Serenissima, le cui spoglie sono state avventurosamente traslate a Venezia nell’anno 828. E poi ancora San Rocco, San Pantalon, Santa Lucia, San Martino Vescovo, fino ai tempi più recenti di Papa Luciani, già Patriarca di Venezia, per il quale è in corso il processo di canonizzazione. La sua stola papale è conservata nella sacrestia della Basilica della Salute, dove da più di tre secoli, ogni 21 novembre, si rinnova il pellegrinaggio cittadino alla Madonna della Salute.
Ecco dunque un itinerario che ci riporta indietro nel tempo, in luoghi a volte poco conosciuti, attraverso i sestieri della città antica – ma che si spinge fino in laguna. Un viaggio di chiesa in chiesa, dalle più famose a quelle più dimenticate. Il convento dell’isola di San Francesco del Deserto, la Basilica di San Marco, la Basilica dei Frari e la Basilica della Madonna della Salute. La chiesa di San Rocco, di San Francesco della Vigna e di San Pantalon. E poi le Scuole Grandi, San Teodoro, San Marco e San Rocco. Ma anche il santuario di Lucia, martire siracusana. Tutti luoghi che hanno molto da disvelare e altrettanto da raccontare.
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Mappa
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ISOLA DI SAN FRANCESCO DEL DESERTO
San Francesco del Deserto è una piccola isola abitata dai frati minori, uno degli ultimi eremi lagunari, dove regnano pace e silenzio. Quest’anno, l’isola festeggia i suoi 800 anni di storia. Secondo la tradizione, infatti, nella primavera del 1220, il convento ospitò San Francesco di Assisi, di ritorno dalla Terra Santa.
Frate Francesco, tornato con una nave veneziana, probabilmente giunge a Torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. Ma Francesco cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli; lo racconta il suo biografo san Bonaventura da Bagnoregio. Nel 1233 (appena cinque anni dopo la canonizzazione di frate Francesco d’Assisi), Jacopo Michiel – di famiglia dogale – dona l’isola ai frati minori, affermando che su di essa è già stata edificata una chiesetta dedicata a san Francesco. Il nome del luogo risale al Quattrocento, quando l’isola di san Francesco per alcuni anni rimase abbandonata – deserta – a causa della insalubrità della laguna. Oggi l’isola è aperta ai visitatori in cerca di tranquillità, che desiderano ristorarsi passeggiando nel parco, visitare la chiesa e il chiostro.
Indirizzo: Isola di San Francesco del Deserto – Burano (VE).
Telefono: 041 5286863
Sito web: www.sanfrancescodeldeserto.it
Ingresso: La visita è guidata da un francescano. Offerta libera.
CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO DELLA VIGNA
La Chiesa e il Convento di San Francesco della Vigna si trovano nell’omonimo Campo di San Francesco della Vigna. Fu Marco Ziani, patrizio veneto, che nel 1253 lasciò ai Frati Minori la propria vigna con le case e la chiesetta. Fino alla metà del Trecento, chiesa e convento erano dedicati a San Marco; poi assunsero il titolo di San Francesco.
Demolita nella prima metà del Cinquecento la trecentesca chiesa gotica, la chiesa di San Francesco della Vigna venne ricostruita con vera magnificenza. Molte famiglie patrizie la scelsero come sepoltura e la arricchirono di capolavori d’arte e vi costruirono artistici altari. L’ampliamento prende il via nel 1534 ad opera di Jacopo Sansovino. Poi, tra il 1564 e il 1570, Andrea Palladio dà vita all’imponente facciata che fa di questa chiesa una delle opere rinascimentali più belle della città di Venezia.
Al primitivo conventino, consistente in un semplice chiostro accanto alla chiesa, si unì il grandioso convento quattrocentesco formato da tre grandi chiostri.
Dal 1989 il convento di San francesco della Vigna è sede dell’Istituto di Studi Ecumenici.
La biblioteca del convento, le cui origini risalgono al XIII secolo, è ora biblioteca provinciale e di supporto all’Istituto di Studi Ecumenici. L’attuale patrimonio librario consiste di un fondo antico composto di circa 30.000 volumi e di un fondo moderno di circa 80.000 opere.
Indirizzo: Campo San Francesco, Castello 2786 – Venezia
Telefono: +39 041 5235341
Sito web: www.bibliotecasanfrancescodellavigna.it
La chiesa è tra le più antiche di Venezia, posizionata quasi di fronte all’Arsenale. Ancora oggi non si conosce con precisione in quale epoca venne fondata. Secondo la tradizione, sembra che la sua origine risalga ai secoli VI e VII, prima del trasferimento del governo veneziano da Malamocco a Rialto nell’anno 810. È poi nel corso del Medio Evo che la devozione al Santo Patrono, di cui la chiesa possedeva alcune reliquie, fra cui un pezzo di tunica, una falange e una tibia, si diffonde rapidamente e ne viene affidata la cura e lo sviluppo alla Scuola di San Martino, con apposita Mariegola del marzo del 1355. La tibia del Santo venne poi ceduta alla Scuola di San Giovanni Evangelista, in cambio di una somma per il restauro della chiesa, con l’obbligo però di riportare in processione ogni 11 novembre la reliquia dalla Scuola di San Giovanni alla chiesa di San Martino. Alla fine del XV secolo un incendio danneggiò in modo irreparabile la chiesa, per la quale si dovette pensare a una nuova costruzione. La fabbrica odierna fu iniziata verso la metà del Cinquecento, su progetto di Jacopo Sansovino. È dell’Ottocento l’acquisizione del pregevole altare, opera di Tullio Lombardo, imitazione di quello costruito per la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, sistemato nella parete laterale sinistra. Numerosi e di gran fama gli artisti che lavorarono all’interno della chiesa, tra gli altri, Jacopo Palma il giovane.
Curiosità: scolpiti sul pavimento della chiesa di San Martino, un po’ prima del coro, si notano gli utensili usati dagli operai dell’Arsenale, detti Arsenalotti. Erano carpentieri, calafati, segatori, manovali e apprendisti che lavoravano al servizio della potenza navale della Serenissima.
A fianco della chiesa, si trova l’Oratorio della Scuola di San Martino, sulla cui porta è presente un bassorilievo quattrocentesco che raffigura il santo nell’atto di donare il mantello a un povero.
Indirizzo: Campo San Martino Vescovo, Castello 2298 – Venezia
Telefono: +39 041 5230487- 349 8098430
Sito web: www.sanmartinovescovo.it
La Scuola Grande di San Marco si trova in prossimità della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. È la più imponente delle scuole veneziane. Nel 1485 un rovinoso incendio la distrusse interamente e per la ricostruzione venne assunto come architetto Pietro Lombardo (poi sostituito da Mauro Codussi), mentre a Gentile e Giovanni Bellini fu affidato il rivestimento scultoreo della facciata. Oltre allo splendido portale monumentale, della vecchia facciata si sono salvate dall’incendio due significative sculture: “San Marco con i membri della Confraternita” di Bartolomeo Bon e la “Carità” attribuita a Nicolò di Pietro Lamberti.
Il saccheggio napoleonico e il dominio austriaco, a seguito della caduta della Repubblica nel 1797, infersero un duro colpo all’integrità del ciclo pittorico realizzato nella Scuola dopo la sua ricostruzione. Oggi la Scuola è, comunque, impreziosita da un dipinto di Palma il Giovane “Cristo in gloria con San Marco, Pietro e Paolo“, realizzato nel 1614 quale pala d’altare della Sala Capitolare, ove ancora si trova; da quattro dipinti che raffigurano scene della leggenda di San Marco realizzati da Domenico Tintoretto; da due enormi dipinti murali posti nella parete destra della Sala Capitolare, la “Crocifissione” di Alvise Donato e “Le nozze di Cana” del Padovanino.
Curiosità: la Biblioteca Medica collocata nella Sala Capitolare ha un’origine antichissima e il suo patrimonio librario comprende scritti di Ippocrate, Plinio, Falloppio, Ludovico Ariosto.
Indirizzo: Castello 6777 – Venezia
Telefono: +39 041 5294323 – 041 5295757
Sito web: www.scuolagrandesanmarco.it
Le spoglie di Santa Lucia, nata intorno al 283 a Siracusa, sono custodite da oltre 800 anni a Venezia. Secondo la tradizione, la salma della Santa venne presa a Costantinopoli dal doge veneziano Enrico Dandolo nel 1204. Il corpo della martire, dopo essere stato inizialmente collocato nella chiesa di San Giorgio Maggiore, poi nella chiesa di Santa Maria Annunziata e infine in una nuova chiesa, consacrata nel 1313, si trova ora nel Santuario a lei dedicato, non lontano dalla stazione dei treni Venezia Santa Lucia. Era qui infatti che fino a metà Ottocento sorgeva la chiesa intitolata alla santa, poi abbattuta per far posto ai binari. Esiste un quadro di Francesco Guardi che ci mostra come si presentava la chiesa prima della sua demolizione. Ancora oggi nel piazzale della stazione è visibile una lapide, incastonata nella pavimentazione, che ricorda il punto esatto in cui si trovava la chiesa ormai scomparsa. La fondazione della chiesa che oggi è il Santuario di Lucia andrebbe fatta risalire all’VIII secolo. La fabbrica medievale fu demolita a metà Settecento e ricostruita; la pianta è a croce greca, e il prospetto sul Canal Grande corrisponde alla cappella di Santa Lucia. All’esterno vi campeggia l’iscrizione: “Lucia Vergine di Siracusa in questo tempio riposa. All’Italia e al Mondo ispiri luce e pace”. La cappella di Santa Lucia fu costruita nel 1863, con i marmi provenienti dalla chiesa demolita. Con la traslazione delle reliquie, la chiesa intitolata a San Geremia fin dal Mille acquistò anche il titolo di Lucia. Nel 1955, fu realizzata una maschera in argento per ricoprire il volto della martire, lasciandone scoperta una piccola parte dietro l’orecchio sinistro.
Indirizzo: Campo San Geremia, Cannaregio 334 – Venezia
E-mail: info@santuariodilucia.it
Sito web: www.santuariodilucia.it
La Basilica dei Frari – dopo la Basilica di San Marco – è uno dei più incantevoli complessi religiosi di Venezia e uno dei più significativi luoghi francescani d’Italia. Come testimoniano le numerose raffigurazioni pittoriche e scultoree di San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova, questa chiesa è custodita sin dalla sua fondazione dai frati francescani – da cui il nome Frari – giunti a Venezia poco dopo il 1220. Attorno all’anno 1231, ai frati vennero donati dei terreni su cui costruirono una chiesetta e un piccolo convento. Risultando ben presto inadeguato il primo edificio, il 28 aprile 1250 fu posta la prima pietra di una seconda chiesa, dedicandola a Santa Maria Gloriosa. Verso il 1330, i frati iniziarono la costruzione di una terza chiesa più ampia: l’attuale Basilica che venne consacrata nel 1492. Nel corso dei secoli la Basilica è diventata un incredibile scrigno di opere d’arte, uniche per importanza e valore, attraverso le quali è possibile compiere un viaggio nella storia dell’arte e della devozione dal XIII al XX secolo. Almeno tre le opere pittoriche da vedere assolutamente: la grandiosa pala dell’Assunta di Tiziano, del 1518, che il Canova definiva “il più bel quadro del mondo”; la Madonna di Ca’ Pesaro, un vero capolavoro, dipinta dallo stesso Tiziano tra il 1519 e il 1526; infine, nella sacrestia, l’incantevole Trittico (1488) di Giovanni Bellini.
Indirizzo: San Polo 3072 – Venezia
Telefono: +39 041 2728618 – 041 2728611
Sito web: www.basilicadeifrari.it
Campo San Rocco prende il nome dalla chiesa e dalla vicina Scuola Grande di San Rocco. In questa chiesa è custodito sin dal 3 marzo 1490 il corpo del santo, compatrono di Venezia. Una particolare venerazione popolare lega San Rocco ai veneziani, che a lui si sono rivolti nei secoli soprattutto per chiedere aiuto contro le pestilenze da cui erano colpiti. Dopo la peste del 1576 la festa del compatrono di Venezia diventò una delle ricorrenze più importanti della città. Alla Chiesa di San Rocco, con un sontuoso corteo acqueo, giungeva il Doge che, dopo la messa solenne, si recava a visitare i tesori della Scuola Grande di San Rocco, fondata nel 1478 da una Confraternita di laici.
Ancora oggi, nel giorno di San Rocco, il 16 agosto di ogni anno, nel campo viene eretta una struttura in legno coperta a baldacchino a congiungere i portali d’ingresso della chiesa e della scuola con l’accesso principale del campo.
Quella di San Rocco è l’unica chiesa confraternale veneziana pensata anche come sacrario del proprio santo titolare. Il corpo di San Rocco, conservato nell’altar maggiore, fin dal suo trasferimento a Venezia nel 1485 è meta incessante di pellegrinaggi. Una prima chiesa, poi abbandonata, doveva essere stata costruita già nel 1485. La nuova chiesa, impostata nel 1489, è stata profondamente trasformata nel corso dei secoli.
L’altare cinquecentesco che conserva la reliquia del corpo di San Rocco è il punto centrale della cappella dove è collocato, insieme agli affreschi della cupola e dell’abside (iniziati nel 1528) e i teleri sulle pareti affidati a Jacopo Tintoretto nel 1549.
La chiesa venne quasi interamente demolita e ricostruita dall’architetto Giovanni Scalfarotto tra il 1726 e il 1733. Fu mantenuto il presbiterio quattrocentesco, vennero rimossi e poi ricollocati tutti i quadri, vennero staccati con una tecnica innovativa alcuni affreschi e tutti gli altari preesistenti vennero demoliti e ricostruiti.
Indirizzo: San Polo 3052 – Venezia
Telefono: +39 041 5234864
Sito web: www.scuolagrandesanrocco.org
A Venezia, nella seconda metà del Duecento, nacquero numerose confraternite, dette Scuole, composte da laici che si riunivano nel nome di un santo patrono con finalità di culto e di mutuo soccorso. All’inizio del Quattrocento esistevano vari tipi di Scuole veneziane: quelle di arti e mestieri, che tutelavano gli interessi delle diverse categorie di lavoratori; quelle di nazionalità, che raggruppavano i membri delle singole comunità straniere presenti in città; quelle di devozione, con specifiche connotazioni religiose, tra cui quelle dei Battuti, che praticavano l’autoflagellazione pubblica come atto di penitenza. Le Scuole dei Battuti assunsero un ruolo dominante e divennero le Scuole Grandi, mentre tutte le altre andarono a formare un ampio gruppo di Scuole piccole.
Tra le sei Scuole Grandi presenti nel Cinquecento in città, rientra quella di San Rocco, la più ricca confraternita veneziana, nata nel 1478. Alla fine del secolo eresse presso i Frari la sua prima sede indipendente: il piccolo edificio posto a destra della chiesa, oggi noto come Scoletta, e, appunto, la chiesa intitolata al patrono, per conservarvi degnamente il corpo. È l’unica delle antiche Scuole Grandi a essere sopravvissuta alla caduta della Repubblica. Tutte le altre, infatti, furono soppresse per decreto napoleonico nel 1806. Alla Scuola Grande di San Rocco è legato indissolubilmente il nome di Tintoretto, che qui lavorò per più di vent’anni (dal 1564 al 1588 circa). Già si era affermato come grande artista con numerose opere, tra cui lo straordinario san Rocco risana gli appestati per il presbiterio dell’adiacente Chiesa dedicata al santo. Ma è proprio l’unitarietà fra i suoi memorabili teleri – oltre sessanta con episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento – e la Scuola Grande di san Rocco a rendere ancor più straordinari questi capolavori.
Indirizzo: San Polo 3052 – Venezia
Telefono: +39 041 5234864
Sito web: www.scuolagrandesanrocco.org/home/
San Pantaleone, patrono delle ostetriche e compatrono dei medici con i celebri Cosma e Damiano, fa parte del gruppo dei santi anàrgiri – termine d’origine greca che letteralmente significa “senza denaro”- così chiamati per aver esercitato la professione medica senza chiedere compenso. La venerazione verso Pantaleone si diffuse rapidamente dopo il suo martirio, avvenuto il 27 luglio 305 a Nicomedia, l’odierna Izmit in Turchia. Diverse città vantano di possedere parte delle sue reliquie e tra queste vi è Venezia, dove il martire di Nicomedia ha goduto fin dall’epoca medievale di grande devozione. Ancora oggi è conservato un suo braccio nella chiesa di San Pantalòn, come i veneziani chiamano il santo. Una volta entrati all’interno della chiesa, non appena si volge lo sguardo in direzione del soffitto, quello che appare come un affresco ben riuscito è in realtà un dipinto eseguito a olio su tela (40 tele unite fra loro). Il martirio di San Pantaleone è un’opera di sorprendente abilità che, con i suoi 443 metri quadrati, è considerata la più grande al mondo. Il dipinto presenta il Martirio e la Gloria di San Pantaleone, opera del maestro veneziano Giovanni Antonio Fumiani, pittore specializzato nella realizzazione di scenografie teatrali, che la realizzò tra il 1680 e il 1704. L’opera ripercorre i momenti della condanna a morte di san Pantaleone da parte dell’imperatore Galerio Massimiano.
Se a prima vista dall’esterno l’edificio si presenta anonimo a causa della facciata incompiuta, all’interno è uno splendore la ricchezza di decori policromi che invade l’unica navata e le sei piccole cappelle laterali e che culmina nell’altare maggiore seicentesco di ispirazione palladiana, opera dell’architetto Giuseppe Sardi. Nella chiesa sono custodite oltre 80 pregevoli opere, di Paolo Veneziano, Antonio Vivarini, Padovanino, e altri.
Indirizzo: Dorsoduro 3703 – Venezia
Telefono: +39 041 2728611
Sito web: www.sanpantalon.it
Da più di trecento anni la cupola della Basilica della Salute, una delle più belle espressioni dell’architettura barocca veneziana, domina lo scenario del bacino di San Marco. La decisione di erigere un tempio dedicato alla Vergine fu decretata dal Senato della Serenissima il 22 Ottobre 1630, in segno di ringraziamento per la liberazione della città dalla peste, come era avvenuto in precedenza per la chiesa del Redentore. Tra gli undici modelli presentati, fu scelto quello di Baldassare Longhena, già autore dei progetti di Ca’ Pesaro e di Ca’ Rezzonico. La prima pietra della fabbrica venne posta il primo aprile 1631 e cinquant’anni più tardi, il 9 novembre 1687, essa venne solennemente consacrata. Vasto e luminoso, l’interno è costituito dall’ampio vano della cupola centrale, sotto la quale si aprono le sei cappelle laterali, e dalla cosiddetta rotonda minore che funge da vero e proprio santuario. É qui che dal 21 novembre del 1670 si trova la preziosa icona greco-bizantina della Madonna della Salute, la Mesopanditissa, proveniente dall’isola di Candia.
Ogni anno, il 21 novembre, la città celebra la festa della Madonna della Salute e si rinnova il pellegrinaggio alla Basilica, grazie al tradizionale ponte votivo, allestito in occasione della ricorrenza, che consente ai fedeli di attraversare il Canal Grande a piedi. In migliaia salgono l’imponente gradinata per entrare nella Basilica e accendere un cero votivo alla Vergine.
All’interno della Basilica si possono ammirare bellissime opere di diversi artisti, tra gli altri, di Luca Giordano e Jacopo Palma il Giovane oltre a sculture di Gian Maria Morlaiter e rilievi di Bartolomeo Bon e Tullio Lombardo. Vero e proprio scrigno di tesori è la sacrestia maggiore che custodisce dodici opere del Tiziano, un Tintoretto e una ricca serie di opere di grande bellezza anche se di autori minori.
Indirizzo: Dorsoduro, 1 – Venezia
Telefono: +39 041 2743928
Sito web: basilicasalutevenezia.it
È la sede della più antica confraternita veneziana, costituita verso l’VIII secolo in segno di devozione al primo Santo protettore della città di Venezia. La Scuola Grande di san Teodoro appartiene al gruppo delle sei Scuole Grandi di Venezia. È intitolata a san Teodoro, che fu patrono della città prima della venuta delle reliquie di san Marco. Nell’828, la Serenissima, per distaccarsi dalla sfera d’influenza bizantina, a san Teodoro sostituì san Marco, il cui corpo era stato in quell’anno traslato a Venezia da Alessandria d’Egitto. La confraternita veniva così sciolta. Risale all’anno 1258 la ricostituzione del sodalizio, quando la Confraternita trovò ospitalità presso i padri Agostiniani, nella chiesa di san Salvador, i quali concessero agli iscritti un luogo in cui svolgere le loro azioni caritatevoli. Le fonti attestano che nel 1261 vennero traslate a Venezia da Costantinopoli le spoglie di san Teodoro, che furono, con grande solennità, poste in un’urna sull’altare della Scuola nella chiesa di san Salvador. Ogni anno, il 9 di novembre, il santo guerriero è onorato e festeggiato ufficialmente da tutti i confratelli. La costruzione dell’attuale edificio iniziò nel 1579 e venne condotta a termine nel 1613. La facciata secentesca fu costruita su progetto dell’architetto Antonio Sardi. L’edificio è costituito da due vasti saloni e da uno scalone monumentale. Il salone al piano terra è oggi uno spazio dedicato a esposizioni d’arte, mentre il salone Capitolare accoglie, durante il giorno, convegni e conferenze; la sera, ospita concerti. Con la caduta della Serenissima Repubblica, l’istituzione vide la sua soppressione e quasi tutti i magnifici arredi d’argento fusi per ordine del governo napoleonico. A testimonianza di tanto splendore rimane la preziosa croce astile d’argento e cristallo di rocca (XV secolo) che oggi si trova presso le Gallerie dell’Accademia e pochi altri oggetti. Dipinti, sculture, altari e arredi sono in parte perduti, dispersi o recentemente identificati in collezioni varie. Solo nel 1960, la Scuola di san Teodoro ha potuto essere ricostituita, componendosi, come in origine, principalmente di commercianti, artigiani e professionisti nati o residenti a Venezia.
Indirizzo: San Marco, 4810 – Venezia
Telefono: +39 041 5287227
Sito web: www.scuolagrandesanteodoro.it
La Basilica di san Marco è il massimo monumento della città, testimonianza della grandezza di Venezia. Per circa mille anni ha svolto le funzioni di Cappella Ducale, dipendente direttamente dal Doge, e di Chiesa di Stato, affidata alla tutela dei Procuratori di San Marco, una delle più prestigiose cariche della Serenissima. Nel 1807 diventa sede del Patriarca di Venezia: per volere dello stesso Napoleone, infatti, San Marco perde la funzione originaria di cappella del Doge per diventare cattedrale cittadina.
Ogni anno, il 25 aprile, data del martirio e della morte di san Marco, Venezia festeggia il suo santo patrono. Ma l’assunzione di Marco come patrono cittadino, dopo il greco Teodoro, è un processo lungo nel tempo. Una tappa fondamentale è l’arrivo a Venezia del corpo del santo, il 31 gennaio dell’anno 828, qui traslato da Alessandria d’Egitto. Le reliquie vengono collocate in un primo tempo presso un angolo del Palazzo Ducale, in attesa della realizzazione della nuova basilica che le avrebbe ospitate. L’attuale basilica di San Marco viene consacrata nel 1094, quando il corpo di san Marco viene definitivamente deposto in un’arca marmorea collocata al centro della cripta sotto l’altare maggiore. Da allora la basilica sarà continuamente modificata, ingrandita, rivestita di marmi e mosaici, ornata di colonne e statue. Fanno tutt’oggi parte del patrimonio artistico della Basilica di san Marco e del suo Museo molti dei tesori di Bisanzio saccheggiati dai veneziani nel 1204, con la quarta crociata: un immenso bottino di ricchezze, ori, marmi e oggetti d’arte, tra cui i quattro cavalli in bronzo dorato, che provengono quasi certamente dall’ippodromo di Costantinopoli. I bronzi originali, un tempo collocati nella loggia sulla fronte della basilica, sono stati sostituiti da copie per esigenze di conservazione e sono ora visibili all’interno della basilica, negli spazi al piano superiore occupati dal Museo di san Marco.
Nelle antiche stanze tra la chiesa e il Palazzo Ducale è conservato invece il Tesoro di san Marco, quanto rimane dell’antico tesoro della Repubblica depredato dopo il 1797. Riunisce quasi trecento pezzi in oro, argento, vetro e altri materiali preziosi. Il gioiello più raffinato è da tutti considerato la Pala d’Oro, posta sull’altare maggiore della basilica, che racchiude le reliquie dell’Evangelista. Ma quando si pensa alla Basilica di san Marco, la prima immagine che viene alla mente è quella dei suoi splendidi mosaici a fondo d’oro. Le pareti, le volte e le cupole sono rivestite di mosaici che raffigurano storie tratte dalla Bibbia, figure allegoriche, vicende della vita di Cristo, della Vergine, di san Marco e di altri santi.
Indirizzo: San Marco 328 – Venezia
Telefono: +39 041 2708311
Sito web: www.basilicasanmarco.it
Tutti gli itinerari di #Detourism per scoprire una Venezia diversa fanno parte della campagna di sensibilizzazione #EnjoyRespectVenezia, promossa dalla Città di Venezia per orientare i visitatori verso l’adozione di comportamenti consapevoli e rispettosi del patrimonio culturale e naturale di Venezia, sito UNESCO bene di tutta l’umanità.
Servizio Turismo Sostenibile della Città di Venezia:
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Photo credits:
Daniel Eruanga/Wikimedia: Chiesa San Francesco della Vigna, Chiesa San Martino, Scuola Grande di San Marco, Santuario di Lucia, Chiesa di San Rocco, Scuola San Rocco, Basilica della Madonna della Salute, Basilica di San Marco;
Convento di San Francesco del Deserto: San Francesco del Deserto;
Parrocchia dei Frari: Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari;
Parrocchia di San Pantalon: Chiesa di san Pantalon;
Confraternita di San Teodoro: Scuola Grande di San Teodoro.