Itinerario culturale

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Itinerario culturale “Su e Zo per i Ponti” 2024
La Venezia di Marco Polo
sulle tracce del più celebre viaggiatore della Serenissima

a cura del Servizio Comunicazione turistica della Città di Venezia
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Nel 2024 Venezia celebra il settecentenario dalla morte di Marco Polo, il più noto esploratore di tutti i tempi. Un Comitato Nazionale, che vede la partecipazione del Comune di Venezia e dell’Università Ca’ Foscari Venezia, in media partnership con RAI, coordina le iniziative in programma per un anno, tra eventi, mostre, attività nelle scuole, convegni e seminari.

Quella di Marco Polo era una famiglia di mercanti ed esploratori, che risiedevano non lontano da Rialto, nel sestiere di Cannaregio. Marco partì da Venezia poco più che sedicenne per farvi ritorno soltanto dopo 24 anni. Un’avventura eccezionale, la sua, raccontata nel Milione, il “libro delle meraviglie”, considerato il primo attendibile e completo resoconto dell’Oriente: in queste celebri pagine l’esploratore veneziano descrive i viaggi in Asia e le esperienze alla corte dell’imperatore Kublai Khan.

Con questo itinerario ripercorriamo le tracce di Marco Polo nei luoghi della Venezia più conosciuta e di quella lontana dai classici percorsi: dalla casa natale, vicino a San Giovanni Grisostomo – dove ora sorge il Teatro Malibran, dopo che un incendio la distrusse nel ‘500 – alla Biblioteca Nazionale Marciana, che possiede preziosi esemplari del Milione oltre al testamento con le ultime volontà dell’illustre viaggiatore.


Scopri tutti gli itinerari per esplorare una Venezia diversa promossi dalla campagna di sensibilizzazione #EnjoyRespectVenezia della Città di Venezia. Adotta comportamenti consapevoli e rispettosi del patrimonio culturale e naturale di Venezia e della sua laguna, sito tutelato dall’UNESCO.

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1. CASA NATALE DI MARCO POLO

A un passo da Rialto, nell’area retrostante la Chiesa di San Giovanni Grisostomo, si può ancora trovare qualche traccia del grande esploratore veneziano Marco Polo, sette secoli dopo la sua morte.
Siamo nell’Insula Rivoaltina, una delle più antiche aree di insediamento all’interno della città, cuore pulsante della Venezia mercantile. Qui sorgeva un tempo la casa della famiglia Polo, una tipica casa-fondaco (abitazione e deposito) del Duecento, con una corte interna e accesso sul canale.
Al suo posto ora si trova il Teatro Malibran, costruito nel 1677 dalla famiglia Grimani, proprietaria del terreno dopo che la casa dei Polo andò completamente distrutta da un incendio sul finire del Cinquecento.
Sono stati i lavori di restauro del teatro, nel 1998, che hanno permesso di riportare alla luce le fondamenta, la corte e il pozzo della casa dei mercanti veneziani. Dell’antico palazzo padronale rimane lo splendido arco in marmo, unico superstite delle proprietà dei Polo, che si può ammirare in Corte Seconda del Milion.
Sulla facciata posteriore del teatro (denominato San Giovanni Grisostomo dapprima, Malibran poi, nel 1835, in onore della celebre cantante) una targa ricorda che “Qui furono le case di Marco Polo che viaggiò le più lontane regioni dell’Asia e le descrisse”.
In omaggio al mercante-viaggiatore, il Teatro Malibran ospiterà, dal 18 al 21 aprile 2024, la prima assoluta dell’opera lirica “Marco Polo” (https://www.teatrolafenice.it/event/marco-polo/), liberamente tratta da Il Milione. Una produzione della Fondazione Teatro La Fenice, in collaborazione con il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia e l’Accademia di Belle Arti di Venezia.


2. CORTE SECONDA DEL MILION

Esplorando l’area attorno alla Chiesa di San Giovanni Grisostomo, ci si imbatte in una serie di toponimi che ricordano i luoghi dove è vissuto l’autore del Milione.
Come abbiamo visto, proprio dove ora sorge il Teatro Malibran, un tempo si trovava la casa della famiglia Polo, distrutta da un incendio nel 1597. Dell’antico palazzo sopravvive solo un arco del XII secolo, impreziosito da una cornice marmorea, ornata da bassorilievi con animali e piante in stile bizantino, che si affaccia in Corte Seconda del Milion.
Le due corti, Corte Prima e Corte Seconda del Milion, un tempo chiamate rispettivamente Corte del Forno e Corte Sabbionera, sono state infatti ribattezzate con il soprannome “Milione” che i veneziani avevano inizialmente dato a Marco (Messer Milioni), trasmessosi poi alla sua casa e al suo celebre libro.
Secondo il geografo e umanista Giovanni Battista Ramusio (della prima metà del Cinquecento) sembra che il soprannome fosse derivato dall’abitudine di Marco Polo di raccontare con enfasi le ricchezze del Gran Khan e delle terre d’Oriente, usando spesso il termine “milioni”.
In corrispondenza dell’ingresso per gli artisti del teatro, in Fondamenta del Teatro, s’incontra il ponte di Marco Polo (già del Teatro), prima edificato in legno e poi in ferro ad uso esclusivo del teatro, ricostruito infine in pietra nel 1912 per unire calle Scaleta con un sottoportico che immette in Corte Seconda del Milion.


3. CHIESA DI SAN LORENZO

La Chiesa di San Lorenzo a Castello, con la sua facciata grezza e incompiuta, custodisce un mistero irrisolto: la tomba di Marco Polo. Il celebre esploratore veneziano, nel proprio testamento, espresse il desiderio di essere sepolto proprio qui, nella chiesa che accoglieva le spoglie del padre Niccolò, ma la sua tomba è andata perduta.
Non c’è certezza sul luogo della sepoltura: alcuni studiosi ipotizzano che sia stato inizialmente tumulato ai piedi dell’altare di San Sebastiano in una chiesetta oggi scomparsa (demolita nel 1840) che si trovava fra la chiesa di San Lorenzo e l’adiacente monastero benedettino; successivamente, le sue spoglie sarebbero state trasferite nella chiesa di San Lorenzo, forse in una nicchia accanto a quelle del padre; altri invece credono che sia stato posto nel chiostro del monastero.
Tuttavia, nel Cinquecento, durante la costruzione della chiesa attuale sui resti di quella più antica (risalente al IX secolo), il corpo di Marco Polo andò disperso. Ricerche e scavi non hanno mai trovato i suoi resti.
Oggi la Chiesa di San Lorenzo conserva un fascino particolare, nonostante tutte le sue decorazioni siano state rimosse nell’Ottocento quando fu sconsacrata e chiusa al pubblico: rimane solo un raro e notevole altare bifacciale, opera dello scultore Girolamo Campagna, che divide l’interno in due navate separate.
Dopo oltre un secolo di chiusura, nel 2019 la chiesa è stata riaperta al pubblico come Ocean Space (https://www.ocean-space.org/it). Visite guidate gratuite sono disponibili per immergersi nella storia di questo luogo.


4. BASILICA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO

La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, San Zanipoło in veneziano, è la più grande della città, con la sua cupola che tocca i 55 metri d’altezza. Riposano qui dogi e illustri veneziani, dal Duecento al Settecento, sepolti in solenni monumenti sepolcrali.
I frati domenicani, che ancora oggi curano la basilica, si sono stabiliti a Venezia negli anni ’30-’40 del Duecento, erigendo nell’attuale Campo dei Santi Giovanni e Paolo un convento e una prima chiesa, sottoposta a ulteriori ampliamenti e arricchimenti nei secoli successivi. Nel 1806 Napoleone prende possesso del convento per farne un ospedale, dapprima militare e poi civile. L’ex convento è tuttora sede dell’ospedale civile dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia, e ospita la storica farmacia dell’ospedale – erede dell’antica spezieria del convento – e la Scuola Grande di San Marco.
Fin dall’inizio del Trecento i Domenicani, grandi missionari e viaggiatori, dedicarono una speciale attenzione al Milione di Marco Polo, vera miniera di informazioni sull’Asia, e per questo motivo lo lessero, tradussero e riutilizzarono nelle loro opere fino all’età moderna.
Una recente scoperta di alcuni studiosi dell’Università Ca’ Foscari ha messo in luce lo strettissimo e inedito rapporto tra Marco Polo e i domenicani dei Santi Giovanni e Paolo. Tutto inizia dal ritrovamento di un documento del 1323, finora sconosciuto, custodito presso l’Archivio di Stato di Venezia, che attesta la presenza di Marco Polo nel capitolo dei frati predicatori dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia. Tornato da tempo in città, Marco, essendo uomo di fiducia dei domenicani, si presta come testimone per lasciti e acquisizioni.
L’idea degli studiosi è che, una volta tornato a Venezia, Marco si sia dedicato alla revisione del Milione, aggiungendo nuovi brani rispetto alla versione franco-italiana, redatta a Genova con Rustichello da Pisa negli anni intorno al 1298. Questi nuovi dettagli sono invece riportati in una delle tante traduzioni latine dell’opera, la versione latina soprannominata “Z”. Proprio questa particolare versione, secondo le ultime ipotesi, sarebbe stata realizzata da Marco in collaborazione con i frati dei Santi Giovanni e Paolo, che come degli editor moderni, tradussero, riscrissero e arricchirono l’opera, al fine di garantirne una più ampia diffusione e renderla una sorta di guida turistica ante litteram dell’Oriente.
Alcuni studiosi sostengono anche l’ipotesi che una copia dell’opera di Marco Polo fosse custodita nella biblioteca del convento, che già in epoca precocissima era dotata di una ricca collezione di manoscritti. Parte dei codici della biblioteca domenicana sono stati in seguito acquisiti dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia; i volumi restanti sono entrati invece nella biblioteca della Chiesa di Santa Maria della Consolazione detta “della Fava”.
Circa una volta al mese, i frati dei Santi Giovanni e Paolo (https://www.santigiovanniepaolo.it/) organizzano speciali visite guidate serali in cui la chiesa è illuminata dalle sole luci delle candele.


5. ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA

L’Archivio di Stato di Venezia, custode della memoria dell’antica Serenissima, racchiude tra le sue mura un’inestimabile collezione di documenti in cui si celano dettagli preziosi sugli ultimi anni di vita di Marco Polo, mostrandoci un uomo dedito alla famiglia e attento alla gestione degli affari.
Sappiamo infatti grazie ai documenti d’archivio che nella primavera del 1299 Marco fa definitivamente ritorno a Venezia, dopo la prigionia genovese. Lasciati ormai alle spalle i viaggi, nel 1300 sposa Donata Badoer, da cui ha tre figlie: Fantina, Bellela e Moreta.
Ma soprattutto, tra le carte conservate dall’Archivio di Stato, si trova il celebre inventario dei beni lasciati da Marco Polo, alla sua morte, nella casa di San Giovanni Grisostomo. Tappeti, sete orientali, pellicce, gioielli d’oro e pietre preziose, persino il pelo di yak: questi sono solo alcuni dei tesori che il mercante aveva portato con sé dai suoi viaggi. Tra gli oggetti più significativi figura la tavola d’oro consegnata dal Gran Khan ai Polo come lasciapassare, menzionata anche nel Milione.
L’inventario è legato a una controversia legale che vede protagonista la figlia maggiore di Marco Polo, Fantina. Con grande determinazione, infatti, la donna non esita ad andare in tribunale per rivendicare l’eredità lasciatale dal padre, un ingente patrimonio di cui si era indebitamente appropriato il marito, Marco Bragadin. Alla morte di questi, Fantina cita in giudizio gli esecutori testamentari, i potenti Procuratori di San Marco, e vince la causa. Ciò risulta da una sentenza emessa il 13 luglio 1366, conservata nell’Archivio di Stato, in cui è inserita una trascrizione fedele dell’inventario redatto dallo stesso Bragadin nel 1324, poco dopo la morte di Marco Polo.
Ma le ricerche negli archivi veneziani non si fermano mai. Di recente, un’equipe di giovani studiosi dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha rinvenuto tra le carte dell’Archivio il testamento di Agnese, la figlia naturale di Marco Polo avuta prima del matrimonio con Donata Badoer. Gli stessi studiosi hanno scoperto anche un altro documento, finora ignoto, che vede Marco coinvolto nella vita della comunità dei frati domenicani del convento dei Santi Giovanni e Paolo. Questa pergamena infatti, datata 1323, suggerisce che dopo il rientro a Venezia dalla prigionia genovese, Marco Polo si sia dedicato alla revisione del Milione, lavorando in collaborazione con i Domenicani della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
L’Archivio di Stato di Venezia, istituito nel 1815 nell’ex Convento dei Frari, organizza visite guidate, attività didattiche, mostre e convegni. https://www.archiviodistatovenezia.it/it/


6. CHIESA DI SAN GIOVANNI ELEMOSINARIO

La chiesa dedicata a san Giovanni Elemosinario, incastonata tra Ruga degli Oresi e Ruga Vecchia San Giovanni, a Rialto, è conosciuta come la chiesa dei mercanti. Qui avevano sede diverse corporazioni veneziane di arti e mestieri, tra cui quelle dei corrieri, dei biavaroli (venditori di biada), dei gallineri (pollaioli), e dei telaroli, che facevano a gara nell’abbellirla con opere d’arte.
Sebbene non ci siano prove documentarie, sembra che una copia del Milione di Marco Polo fosse incatenata nella biblioteca annessa alla chiesa, dove i volumi erano custoditi legati con catene, per poter essere liberamente consultata da tutti coloro che intendevano intraprendere la Via della Seta.
La chiesa è difficile da individuare perché priva di facciata e completamente inglobata fra le case circostanti. Ricostruita dallo Scarpagnino in seguito al disastroso incendio che nel 1514 devastò gran parte dell’area realtina, oggi la chiesa di San Giovanni Elemosinario è un gioiello dell’architettura rinascimentale veneziana.
Racchiude opere di due grandi artisti del Cinquecento, il Tiziano e il Pordenone. La pala dell’altar maggiore, di Tiziano, raffigura il santo, Giovanni detto l’Elemosiniere, nell’atto di fare la carità a un mendicante. Nella cappella absidale si trova invece la pala del Pordenone con i Santi Caterina, Sebastiano e Rocco. Il Pordenone affrescò anche la cupola.
Stranamente il corpo del santo, trasferito a Venezia nel 1249, non si trova in questa chiesa, a lui intitolata dai veneziani, ma in quella di San Giovanni in Bragora, a Castello. Secondo la tradizione, infatti, eventi miracolosi avrebbero impedito il trasporto del corpo nella chiesa a Rialto una volta giunto a Venezia. Le reliquie sono quindi rimaste fino ad oggi nella Chiesa di San Giovanni in Bragora.
Visitabile mercoledì e giovedì dalle 10.30 alle 13.30.
https://chorusvenezia.org/visita/chiesa-di-san-giovanni-elemosinario/


7. PALAZZO DUCALE

Piazza san Marco è il cuore monumentale di Venezia. Nel corso di oltre un millennio, questa piazza, senza dubbio una delle più belle del mondo, è stata il centro del potere politico e religioso della Serenissima. Oggi l’intera area è uno straordinario capolavoro architettonico, ammirato e celebrato per la bellezza senza eguali dei tesori artistici che vi sono concentrati.
Qui, negli splendidi ambienti di Palazzo Ducale, è ospitata la mostra I mondi di Marco Polo: il viaggio di un mercante veneziano del Duecento, dal 6 aprile al 29 settembre 2024. Si tratta dell’evento di punta delle celebrazioni che la Città di Venezia dedica al suo più illustre cittadino, Marco Polo, in occasione dell’anniversario per i 700 anni dalla morte, avvenuta il 9 gennaio 1324. Tante le iniziative pubbliche di carattere scientifico, espositivo, letterario, culturale, che si potranno seguire consultando il sito web dedicato https://leviedimarcopolo.it/ e attraverso i canali social di Venezia Serenissima. Saranno ben tre anni di attività, eventi e celebrazioni, che coinvolgono non solo enti e associazioni veneziane ma anche da tutta Italia e dall’estero.
La mostra dedicata al viaggiatore veneziano è un vero e proprio viaggio nel viaggio: attraverso oltre 300 opere provenienti dalle collezioni veneziane, dalle maggiori istituzioni italiane ed europee e da prestiti di tesori provenienti dall’Oriente (da musei dell’Armenia, della Cina, del Qatar e del Canada) è possibile ripercorrere la geografia fisica, politica e umana degli incontri di Marco Polo in Asia, al centro de Il Milione, con un approfondimento dedicato proprio alla fortuna mondiale della sua opera letteraria tra Ottocento e Novecento, fino alle suggestioni della figura del mercante e della sua avventura nell’arte contemporanea.
Palazzo Ducale (https://palazzoducale.visitmuve.it/), sede del Doge e del governo della Repubblica Serenissima per oltre un millennio, rappresenta una sintesi completa della civiltà veneziana dal punto di vista culturale, artistico, militare, politico, economico.
Il biglietto d’ingresso “I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO” è valido per Palazzo Ducale, Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.


8. MUSEO CORRER

“E prenderà il nome di Raccolta Correr”: con il testamento del 1 gennaio 1830, il nobile veneziano Teodoro Correr lascia la propria collezione e il palazzo di famiglia alla città di Venezia, con tanto di precise disposizioni su come creare e organizzare un museo.
La preziosa collezione, originariamente conservata nel palazzo dei Correr a San Zan Degolà, viene esposta al pubblico il 26 agosto 1836: si tratta di dipinti, statue, monete, maioliche, vetri, libri, incisioni, manoscritti, gemme, smalti, armi, medaglie, curiosità e reperti archeologici.
Nella seconda metà dell’Ottocento, le guide della città pongono il museo tra le mete d’obbligo dei visitatori colti e degli studiosi. La raccolta Correr si accresce via via grazie a lasciti e donazioni e nel 1887 viene temporaneamente trasferita nel vicino Fondaco dei Turchi, ora sede del Museo di Storia naturale. Troverà definitiva collocazione, nel 1922, in Piazza San Marco, presso l’Ala Napoleonica e in parte delle Procuratie Nuove.
In una delle sale del Museo Correr, c’è una statua di legno ricoperta di lamine dorate. Rappresenta un uomo su una sedia, con fattezze cinesi e alcuni elementi stranieri: la bombetta, il mantello, barba e baffi all’occidentale. È la celebre scultura lignea comunemente riferita a Marco Polo, di manifattura cinese, copia ottocentesca dell’effigie del veneziano venerata nel Tempio dei Cinquecento Dei di Canton, in Cina.
Commissionata dall’allora sindaco di Venezia in occasione dell’Esposizione Geografica del 1881, essa documenta l’interesse e la rivalutazione di cui la sua figura fu oggetto in quel periodo, come “scienziato”, come “veneziano” e come “gloria” della nascente nazione italiana.
Oltre alla celebre scultura lignea di Marco Polo, appartengono alle collezioni del Museo Correr edizioni antiche, mappe, avori, ceramiche, oggetti riferibili o legati al Milione, al tema del viaggio e del rapporto cruciale tra Venezia e l’Oriente.
Il biglietto d’ingresso “I MUSEI DI PIAZZA SAN MARCO” è valido per il Museo Correr (https://correr.visitmuve.it/), Palazzo Ducale, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana.


9. BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA

La Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia custodisce un prezioso tesoro di manoscritti e opere d’arte che rappresentano delle testimonianze uniche della vita e dell’opera di Marco Polo.
Del Milione, uno dei libri più diffusi e tradotti al mondo e il primo attendibile e completo resoconto dell’Oriente, la Marciana possiede due preziosi esemplari quattrocenteschi. Il diario di viaggio di Marco, con le dettagliate descrizioni dell’Asia, fu caro a un altro grande viaggiatore, Cristoforo Colombo, che sempre fu accompagnato nei suoi viaggi da una copia de Il Milione fittamente annotata
Ma soprattutto tra le mura della Marciana è custodito il documento scritto più importante, oltre al Milione, che ci permette di conoscere meglio la vita dell’esploratore, e cioè il suo testamento. Si tratta di un manoscritto su pergamena di pecora, risalente al 1324, su cui Marco Polo fissò le proprie volontà dettandole dal letto di morte al notaio Giovanni Giustinian, attorniato dalla moglie Donata Badoer e dalle figlie Fantina, Bellela e Moreta. La pergamena è stata ritrovata all’interno di un codice che raccoglie anche i testamenti del padre Niccolò e dello zio Matteo, compagni di Marco nel lungo viaggio alla corte di Kublai Khan del 1271.
Il facsimile del Testamento di Marco Polo, una riproduzione scientificamente perfetta del reperto storico, è esposto all’interno del percorso museale nelle Sale monumentali della Marciana, che comprende anche i Ridotti dei Procuratori di San Marco, alti magistrati della Serenissima che un tempo qui avevano la propria sede.
Qui si può ammirare anche il celebre Mappamondo di Fra’ Mauro. Realizzato intorno alla metà del Quattrocento, prima della scoperta dell’America, è un planisfero dalle dimensioni monumentali che rappresenta il mondo conosciuto all’epoca. Vi compaiono quasi tremila iscrizioni in volgare veneziano, con toponimi, note storiche e geografiche sui vari luoghi del mondo, che derivano da fonti scritte e orali, tra cui il Milione di Marco Polo.
Alle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana si accede dall’ingresso del Museo Correr con il biglietto unico dei Musei di Piazza San Marco. http://www.visitmuve.it/it/aperture-muve/


10. ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI

Di Marco Polo non è pervenuta ai giorni nostri nessuna immagine che possa considerarsi fedele.
Tuttavia, un busto ottocentesco di Marco Polo si può ammirare a Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, che si affaccia su Campo Santo Stefano.
Nell’atrio del palazzo è ospitato il Pantheon Veneto, risalente al 1847. Si tratta di una collezione, di notevole valore storico e artistico, di busti e medaglioni marmorei rappresentanti i grandi, veneziani e non, dei tempi antichi fino al XVIII secolo.
Alcuni tra i maggiori scultori dell’epoca parteciparono alla realizzazione della collezione che inizialmente era collocata nelle logge di Palazzo Ducale, dove l’Istituto aveva sede dal maggio 1840.
Tra i personaggi illustri figurano dogi, poeti, pittori, umanisti, compositori, viaggiatori, scienziati e architetti, tra cui, oltre a Marco Polo, Aldo Manuzio, Tiziano Vecellio, Carlo Goldoni, Andrea Palladio e Antonio Canova.
Inoltre, in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Venezia e la Biblioteca Nazionale Marciana, si è fatto promotore dell’edizione critica, a stampa e sul web, del Codice Diplomatico Poliano, ossia dei documenti finora noti riguardanti la figura storica di Marco Polo, come Edizione Nazionale riconosciuta con decreto del Ministro della cultura della Repubblica Italiana.
L’accesso al Pantheon veneto (https://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/126) è libero.


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Photo credits:
Comune di Venezia.


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