La rubrica “Viaggiando da casa” vi accompagna a scoprire i molti musei e luoghi d’interesse di tutto il Veneto il cui ingresso è offerto a tariffa ridotta per i Soci TGS Eurogroup (vedi i precedenti post: “TGS Eurogroup presenta la campagna associativa 2021!” e “Tutte le agevolazioni per i Soci TGS Eurogroup!”). Trovate tutti i post fin qui pubblicati raccolti con il tag “Viaggiando da casa” all’interno del blog TGS Journal.
Continuiamo a scoprire il patrimonio architettonico e artistico delle chiese della città di Venezia, alla cui tutela, conservazione, restauro e valorizzazione contribuisce attivamente Chorus, l’Associazione per le Chiese del Patriarcato di Venezia, che da anni collabora con TGS Eurogroup e la Su e Zo per i Ponti di Venezia. Con il post di oggi si conclude la rassegna con le chiese dei sestieri di Santa Croce e Dorsoduro. Buona lettura!
Le Chiese del sestiere di Santa Croce a Venezia
Fondamentale per la comprensione della pittura veneziana del Settecento ai suoi esordi, la chiesa di San Stae (Sant’Eustachio) colpisce per unitarietà e armonia.
Esternamente si presenta con una fastosa facciata rivolta verso la principale via d’acqua veneziana, il Canal Grande, progettata da Domenico Rossi nel 1709 e caratterizzata da una ricca decorazione plastica alla quale hanno dato il loro contributo scultori come Giuseppe Torretto, Antonio Tarsia, Pietro Baratta e Antonio Corradini.
L’interno, opera tardo secentesca con reminiscenze palladiane dell’architetto Giovanni Grassi, ha pianta ad unica navata e tre cappelle aperte su ciascun lato; al centro della chiesa una vasta pietra tombale segna il sepolcro della famiglia Mocenigo.
Sui tre altari di destra, in successione, si incontrano significative opere di Nicolò Bambini, Giuseppe Camerata e Antonio Balestra (quest’ultimo chiamato a decorare la cappella della confraternita dei tiraoro e battioro la cui scuola è adiacente la chiesa). Le tre cappelle a sinistra ospitano, nell’ordine, opere di Giuseppe Torretto e Pietro Baratta per la cappella Foscarini, L’Assunta di Francesco Migliori (succesiva al 1722) e I Santi Caterina e Andrea (1719) di Jacopo Amigoni.
Chiesa di San Giacomo dall’Orio
La chiesa di San Giacomo dall’Orio, la cui fondazione risale al IX° secolo, è una delle chiese più antiche di Venezia. Il grande fascino di questo edificio è dato dall’aspetto sobrio e arcaico dell’esterno e dall’ingegnosa articolazione dello spazio interno, dominato dalla calda presenza delle travature e del soffitto ligneo.
La sua forma attuale, a croce latina con tre navate e transetto, è il frutto di una ricostruzione iniziata nel 1225 e di successive modifiche intervenute nel corso del XV° e del XVI° secolo.
Alla ricostruzione del 1225 dev’esser ricondotta la presenza di alcuni elementi bizantini, portati dall’Oriente al ritorno dalla quarta crociata, come la famosa colonna di marmo verde con capitello ionico, nota per essere stata elogiata da John Ruskin e da Gabriele d’Annunzio; viceversa, il sistema di absidi direzionati verso il campo risalgono al XV° secolo.
Il monumento è oggi pienamente godibile grazie ai recenti restauri che hanno restituito all’orginale bellezza anche il notevole soffitto a carena di nave voltato degli inizi del XV° secolo.
La chiesa conserva alcuni capolavori della pittura rinascimentale veneziana, come la pala dell’altare maggiore raffigurante la Vergine con il Bambino tra Apostoli e Santi (1546), una delle rare opere di Lorenzo Lotto conservate a Venezia. Nella sacrestia vecchia si possono ammirare alcune tra le migliori opere di Jacopo Palma il Giovane tra cui la Pala col Parroco da Ponte (1575-81), dal forte registro tizianesco; mentre nella sacrestia nuova si possono ammirare in una splendida galleria il soffitto a comparti decorato da Paolo Veronese e opere tra le migliori di Francesco Bassano.
Le Chiese del sestiere di Dorsoduro a Venezia
La chiesa di San Sebastiano, per ciò che conserva, rappresenta uno dei più importanti luoghi dell’arte veneziana, riunendo il più straordinario corpus di opere di Paolo Caliari detto il Veronese.
La chiesa, di fondazione quattrocentesca e appartenente alla confraternita dei Padri Gerolimini, subì dal 1506 e sotto la direzione di Antonio Abbondi detto lo Scarpagnino, una serie di interventi che la ampliarono e le conferirono l’attuale orientamento.
L’interno è ad una sola navata, preceduta da un atrio sovrastato dal coro, mentre il presbiterio è absidato e coperto da cupola.
Più dell’impianto architettonico, in questa chiesa conta la presenza del grandioso ciclo pittorico di Paolo Veronese, l’impresa senz’altro più vasta ed importante che egli portò a termine nell’arco di tutta la sua attività. Voluto dal Priore veronese fra’ Bernardo Torlioni, a cui spetta la concezione tematica dell’impresa intesa come allegoria del trionfo della fede sull’eresia, l’intervento del maestro si articola in tre momenti: il primo ha inizio nel 1555 ed ha per tema la decorazione del soffitto della sacrestia con scene dell’Antico Testamento, segue la complessa decorazione del soffitto a cassettoni della chiesa ispirata al Libro di Ester, protrattasi fino al 1556; fra il 1558 e il 1559 il Veronese realizza il secondo intervento decorando con affreschi la parte superiore della navata centrale (Padri della Chiesa, Profeti, Sibille e personaggi biblici), il coro dei frati (episodi della Vita di San Sebastiano) e realizzando le portelle d’organo e il parapetto (Presentazione di Gesù al Tempio, Piscina Probatica e Natività); infine, al periodo 1565-70, risale l’esecuzione della grande pala d’altare con la Madonna in gloria con San Sebastiano e altri santi e dei due teleri laterali del presbiterio raffiguranti i Santi Marco e Marcellino condotti al martirio e il Martirio di San Sebastiano.
La chiesa, vero mausoleo veronesiano, conserva anche le spoglie del maestro (a sinistra del presbiterio).
Chiesa di Santa Maria del Rosario (Gesuati)
La chiesa dei Gesuati è il più grande esempio di complesso conventuale del XVIII° secolo.
Fu costruita tra il 1726 e il 1735 su ordine dei Domenicani in sostituzione della piccola chiesa, che tuttora le sorge accanto, divenuta troppo piccola per ospitare i numerosi fedeli. I Domenicani subentrarono ai Gesuati (da cui il nome della chiesa) nel 1668, quando quest’ordine fu soppresso.
Giorgio Massari, l’architetto che progettò la chiesa e la decorazione interna, collaborò in questa occasione con due grandi artisti dell’epoca, ovvero Giambattista Tiepolo e Gianmaria Morlaiter: i tre si affermarono definitivamente in città proprio grazie alla grande opera qui compiuta.
L’interno dell’edificio è di grande armonia: colpisce particolarmente lo splendido soffitto affrescato da Giambattista Tiepolo con tre grandi riquadri che rappresentano L’apparizione della Vergine a San Domenico, L’istituzione del Rosario e La gloria di San Domenico e numerosi monocromi. Le altre opere ospitate nella chiesa concorrono a farne un esempio organico e completo dello stato dell’arte a Venezia in quel periodo: autori importanti come Giambattista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il già ricordato Gianmaria Morlaiter vi hanno lavorato lasciando preziosissime opere. Da ricordare anche la splendida pala di Jacopo Tintoretto con la Crocifissione, proveniente dalla chiesa a fianco, restaurata da Piazzetta in occasione dello spostamento nella nuova chiesa.
Chiesa del Santissimo Redentore
La chiesa del SS. Redentore è tempio tra i più celebri e venerati di Venezia e centro di una delle feste popolari più sentite (la terza domenica di luglio).
Venne eretta su iniziativa del Senato della Repubblica nel 1577 a onorare un voto fatto durante la terribile pestilenza del 1575-77. L’opera, commissionata ad Andrea Palladio, rappresenta uno dei massimi capolavori architettonici del Rinascimento e venne terminata dopo la morte del celebre architetto (1580) da Antonio da Ponte, che rispettò fedelmente il progetto palladiano.
La facciata, che a distanza emana il fascino di un bassorilievo, ha il tipico impianto palladiano con i timpani spezzati dalle semicolonne e l’elemento orizzontale che la contiene e la geometrizza. L’interno, intonacato di bianco, ha la grandiosa semplicità del tempio classico. La pianta, impropriamente detta a croce latina, si sviluppa piuttosto genialmente in una serie di spazi funzionalmente destinati ad usi diversi (l’aula, il presbiterio, il coro) e concatenati tra loro come se predisposti allo svolgersi della cerimonia processionale.
La chiesa e la sagrestia sono ricche di opere di grande importanza fra cui spicca, nella controfacciata, un bel lunettone di Pietro Vecchia raffigurante La Vergine presenta a Gesù il Beato Felice da Cantalice. La grande aula e il presbiterio conservano opere notevoli di Paolo Veronese (e aiuti), di Jacopo Tintoretto, di Francesco Bassano, di Paolo Piazza e di Jacopo Palma il Giovane. La sacrestia, oltre alla nota pala con il Battesimo di Cristo (1560) di Paolo Veronese, conserva preziosi reliquiari e opere devozionali legate alla storia della chiesa fra le quali una tavola di Alvise Vivarini e opere di Jacopo Palma il Giovane, di Jacopo Bassano e di Francesco Bissolo.
- Biglietto d’ingresso ridotto per i Soci TGS Eurogroup: ingresso ad una singola chiesa: € 1,50 anziché € 3,00. Chorus Pass ridotto (include l’ingresso a tutte le chiese del circuito): € 8,00 anziché € 12,00.
- Per info e prenotazioni: https://www.chorusvenezia.org/
Lo Staff TGS Journal
[immagini: Chorus]
Vi sono piaciute le chiese di Venezia? Allora tornate presto a visitare le pagine del nostro blog TGS Journal! Continuate a seguirci nella presentazione delle agevolazioni per i Soci TGS Eurogroup e andremo assieme alla scoperta di nuovi musei e luoghi d’interesse!
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